Cenni Storici

I codici di Leonardo

Di tutta la produzione di Leonardo ci restano ancora, fortunatamente, oltre cinquemila pagine di appunti, redatti con la sua inconfondibile scrittura speculare, orientata da destra a sinistra. Questa enorme massa di scritti, sicuramente la più consistente del periodo rinascimentale, ha subito, dopo la morte di Leonardo, molte vicissitudini. Infatti, l’aspetto e la suddivisione attuale dei manoscritti non sono sicuramente quelli originali, quando il maestro era in vita o ancora quando passarono al suo fedele discepolo Francesco Melzi. Furono proprio gli eredi del Melzi, dopo la sua morte nel 1570, a dare inizio alla dispersione di quell’immenso materiale; addirittura, non avendone compreso l’importanza, inizialmente lasciarono gli scritti in un sottotetto per poi regalarli o cederli a poco prezzo ad amici o collezionisti.

Grandi responsabilità del rimescolamento delle carte ha lo scultore seicentesco Pompeo Leoni, che con l’intenzione di separare i disegni artistici da quelli tecnologici e di unificare le pagine scientifiche, smembra parte dei manoscritti originali, tagliando e spostando le pagine così da formare due grandi raccolte: il Codice Atlantico e la Raccolta di Windsor, che conta circa seicento disegni. Proseguendo con lo stesso sistema Leoni compone almeno altri quattro fascicoli. Dal 1637 al 1796 parte dei manoscritti è ospitata nella Biblioteca Ambrosiana, da cui però Napoleone li fa trafugare al suo arrivo a Milano. Nel 1851 solo una parte di essi tornano a Milano; altri restano a Parigi, e altri ancora in Spagna, dove alcuni verranno ritrovati solo nel 1966. Ecco il perchè della grande dispersione degli scritti di Leonardo, oggi divisi in ben dieci codici diversi:

Codice Arundel

Si trova a Londra presso la British Library. Il Codice Arundel è una raccolta rilegata in marocchino di 283 carte di diverso formato, fogli provenienti da manoscritti smembrati e incollati su fogli di supporto (28×18 cm). Vi appaiono trattati argomenti vari: studi di fisica e meccanica, studi di ottica e di geometria euclidea, studi di pesi, studi di architettura; questi ultimi comprendono i lavori per la residenza reale di Francesco I a Ramorantin (Francia). La maggior parte delle pagine può essere databile tra il 1478 e il 1518. 

Codice Atlantico

Conservato a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana, il Codice Atlantico raccoglie disegni, per buona parte databili tra il 1478 e il 1518. Vi sono trattati argomenti assai vari: studi di matematica, geometria, astronomia, botanica, zoologia, arti militari. Oggi si presenta riordinato in dodici volumi rilegati in pelle, formati da 1119 fogli di supporto formato 65×44 cm, che raccolgono carte di diversa dimensione. Il nome Codice Atlantico deriva dal fatto che in origine tutte le carte erano raccolte in un unico volume di grande formato (quello degli atlanti appunto).

Codice Trivulziano

Il Codice Trivulziano è conservato presso la Biblioteca Trivulziana del castello Sforzesco di Milano ed è costituito da un fascicolo composto da 55 carte (20.5×14 cm) rispetto alle 62 originarie. Oltre a studi di architettura militare e religiosa, sono presenti numerose pagine sugli studi da autodidatta di Leonardo finalizzati a migliorare la sua formazione letteraria. La maggior parte delle pagine può essere databile tra il 1487e il 1490. 

Codice sul Volo degli Uccelli

Il Codice, databile intorno al 1505, è conservato presso la Biblioteca Reale di Torino e comprende 17 pagine (invece di 18) che hanno una misura di 21×15 cm. Tratta principalmente del comportamento in volo degli uccelli che Leonardo analizzò con un approccio meccanico meticoloso. In questo modo il genio italiano studiò anche lo scopo dell’ala, la resistenza dell’aria, i venti e le correnti d’aria. 

Codice Ashburnham

Convenzionalmente identificati con due numeri: 2037 l’ex codice B e 2038 l’ex codice A, sono conservati a Parigi, presso l’Istituto di Francia; si tratta di due manoscritti cartacei (dimensione 24×19 cm), rilegati in cartone. In origine facevano parte del manoscritto A da cui sono stati strappati alla metà dell’Ottocento da Guglielmo Libri. Raccolgono principalmente studi pittorici (Ash. 2038) e studi diversi (Ash. 2037), che Leonardo, con ogni probabilità, eseguì tra il 1489 e il 1492.

Codici dell’Istituto di Francia

Sono conservati a Parigi, presso l’Istituto di Francia, e costituiti da dodici manoscritti cartacei, alcuni rilegati in pergamena, altri in pelle, altri ancora in cartone. Hanno diverse misure, il più piccolo è il Codice M (10×7 cm), il più grande è il Codice C (31.5×22 cm). Per convenzione sono denominati ciascuno con una lettera dell’alfabeto, dalla A alla M, per un totale di 964 fogli. Vari gli argomenti trattati: arte militare, ottica, geometria, volo degli uccelli, idraulica. La maggior parte delle pagine sono databili presumibilmente tra il 1492 e il 1516.

Codici Forster

Conservati a Londra, presso il Victoria and Albert Museum. Sono tre manoscritti cartacei, rilegati in pergamena, e denominati Forster I (14.5×10 cm), Forster II (9.5×7 cm), Forster III (9×6 cm). Raccolgono studi di geometria, pesi e macchine idrauliche elaborati da Leonardo in diversi periodi tra il 1493 e il 1505. 

Codice Leicester ex Codice Hammer

Acquistato nel 1994 da Bill Gates, è un manoscritto cartaceo, rilegato in pelle e composto da 36 fogli dalle dimensioni di 29×22 cm, dedicati in prevalenza a studi di idraulica e moti dell’acqua (1504-1506). Sono presenti anche studi di astronomia.

Fogli di Windsor

Sono conservati presso il castello Reale di Windsor (Royal Collection) e comprendono circa 600 disegni, non rilegati e di differente formato. Contengono studi di anatomia e di geografia, studi di cavalli, disegni, caricature nonchè un gruppo di carte geografiche. Appartengono a diversi periodi della vita di Leonardo, compresi tra il 1478 e il 1518 circa.

Codici di Madrid

Conservati presso la Biblioteca Nazionale di Madrid, dove furono riscoperti solo nel 1966, sono due manoscritti cartacei rilegati in marocchino rosso. Al fine di una rapida identificazione sono stati denominati Madrid I e Madrid II La maggior parte delle pagine del Codice Madrid I che comprende 192 fogli (formato 21×15 cm) e raccoglie principalmente studi di meccanica, è databile tra il 1490 e il 1496, mentre quello del Madrid II, comprendente 157 fogli (formato 21×15 cm) sono dedicate a studi geometrici, e risultano databili tra il 1503 e il 1505.

 

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci